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Installazione e Configurazione del DNS Server BIND su Raspberry tramite Webmin

da | Feb 9, 2018 | Raspberry, Bind DNS | 0 commenti

BIND (Berkeley Internet Name Domain) è il server DNS più comune per i sistemi Unix. Nel corso degli anni sono state rilasciate diverse versioni, la più recente delle quali è la versione 9.
Poiché BIND è disponibile per quasi tutti i sistemi Unix e funziona in modo identico indipendentemente dal sistema operativo, le istruzioni in questo capitolo si applicano non solo al Raspberry ma anche ad altre versioni di Linux.
La maggior parte delle versioni di Unix e Linux include BIND 8 o 9 come pacchetto standard, quindi è raramente necessario installarlo.
Il file di configurazione principale di BIND è /etc/named.conf, che contiene tutte le zone che il server ospita e le impostazioni di configurazione globali che si applicano a tutte le zone.
I record in ogni zona sono memorizzati in file separati, di solito si trovano nella directory /var/named.

PRE-REQUISITI

Raspberry PI 2
Webmin Installato e aggiornato all’ultima versione disponibile

INSTALLAZIONE DI BIND TRAMITE WEBMIN

Aprire webmin con un qualsiasi browser

Lanciamo il link https://IP_RASPBERRY:10000

Cliccare su Un-used Modules quindi selezionare BIND DNS Server

Per installare BIND clicchiamo sul pulsante Click here come mostrato nell’immagine sovrastante

Attendiamo quindi qualche secondo fino al termine dell’installazione. Se è andato tutto a buon fine dovremmo vedere una schermata come quella sovrastante.

Cliccare quindi sul pulsante in fondo Return to BIND DNS SERVER per andare alla pagina di configurazione

Questa è la pagina web di configurazione del nostro BIND

CONFIGURAZIONE DI BIND

A questo punto possiamo procedere alla configurazione delle Zone con i relativi record DNS.

Andiamo nella Home Page di Webmin

Cliccare su Server quindi BIND DNS Server

Da questa interfaccia è possibile eseguire le operazioni elencate:

Aggiungere altri DNS Server

Tracciatura dei LOG

Impostazioni delle ACL

Impostazione del Forwarding

Impostazione delle Zone di Default

Configurazione Cluster Servers

Editare da riga di comando i file di configurazione

Check della configurazione di BIND

Creazione Zone Master

Creazione Zone Slave

Creazione Zone Stub

Creazione Zone di Forward

Creazione di Zone Delegate

Creazione di Zone tramite un batch file (utile per importare zone intere da altri DNS)

CONFIGURAZIONE DEL CACHING SU BIND

Innanzitutto, vedremo come configurare Bind in modo che funga da server DNS di memorizzazione nella cache.
Questa configurazione costringerà il server a cercare ricorsivamente le risposte da altri server DNS quando un client invia una query.
Ciò significa che sta facendo il lavoro di interrogare ogni server DNS correlato a sua volta finché non trova l’intera risposta.
I file di configurazione di Bind sono mantenuti per impostazione predefinita nella directory /etc/bind.

Spostiamoci nella cartella /etc/bind con il comando:


Editiamo il file named.conf.options con il comando:


Di seguito la configurazione base del file:


Per configurare la memorizzazione nella cache, il primo passaggio consiste nell’impostare un elenco di controllo di accesso o ACL.
Come server DNS che verrà utilizzato per risolvere le query ricorsive, non vogliamo che il server DNS venga abusato da utenti malintenzionati.
Per evitare la possibilità che il server venga utilizzato per scopi dannosi, configureremo un elenco di indirizzi IP o intervalli di reti di fiducia.
Sopra il blocco delle opzioni, creeremo un nuovo blocco chiamato acl. Creare un’etichetta per il gruppo ACL che si sta configurando. In questa guida chiameremo il gruppo clientok.


Configurato il blocco della ACL, possiamo configurare tali funzionalità nel blocco delle opzioni.
All’interno di questo blocco, aggiungere le seguenti righe sotto Directory


Chiudere e salvare il file di configurazione.

Abbiamo attivato la ricorsione in modo esplicito e quindi configurato il parametro allow-query per utilizzare l’ACL creata.
NOTA BENE: se allow-recursion non è impostato, Bind ricade sull’elenco allow-query-cache, quindi su allow-query list e infine su default localnet e localhost.
Dato che stiamo configurando un server di sola cache (non ha zone autorevoli proprie e non inoltra richieste), l’elenco allow-query si applicherà sempre solo alla ricorsione.

CONFIGURAZIONE DEL FORWARD SU BIND

Per prima cosa, creiamo un blocco all’interno dei server di inoltro chiamati che contiene gli indirizzi IP dei server dei nomi ricorsivi ai quali vogliamo inoltrare le richieste.
In questa guida sono utilizzati i server DNS pubblici di Google (8.8.8.8 e 8.8.4.4)

Lanciamo il seguente comando per editare il file di configurazione:


Quindi aggiungiamo le seguenti righe:


Salvare il file di configurazione e chiuderlo.

TEST DELLA CONFIGURAZIONE DI BIND

Al termine di tutte le configurazioni il file named.conf.options dovrebbe avere questo contenuto:


Ora che il tuo server Bind è configurato come server DNS di memorizzazione nella cache o server DNS di inoltro, siamo pronti ad attuare le nostre modifiche.
Prima di fare il grande passo e riavviare il server Bind sul nostro sistema, dovremmo usare gli strumenti inclusi di Bind per verificare la sintassi dei nostri file di configurazione.
Possiamo farlo facilmente con il comando:


Se non ci sono errori di sintassi nella configurazione, il prompt della shell tornerà immediatamente senza visualizzare alcun output.

Per applicare le modifiche riavviamo Bind con il comando:


A questo punto il server DNS è funzionante e per tutte le richieste di Zone Interne risponderà lui invece per la risoluzione di zone esterne girerà le richiesta ai DNS di Google che abbiamo impostato.

Raffaele Chiatto

Scritto da Raffaele Chiatto

Sono Raffaele Chiatto, un appassionato di informatica a 360°…
Mi sono avvicinato al mondo dell’informatica nel lontano 1996 con Windows 95 e da allora non ho più smesso di dedicarmi allo studio ed approfondimento di questo settore.
Laureato in Ingegneria Informatica nel 2009, lavoro nel campo dell’IT dal lontano 2001.

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